Il blog di
Piero Chiappano


Ispirato a una canzone di Bruce Springsteen, Land of Hope and Dreams, questo spazio sostiene che sono la speranza e i sogni a guidare le azioni degli uomini. Chi dice che siano i soldi ha solamente vissuto male una sconfitta.
Questo spazio è dedicato al mondo del lavoro, di cui approfondisce limiti, potenzialità, contraddizioni e utilizza come chiave di lettura la musica, che diventa metafora di accesso all'autoformazione e alla consapevolezza di sé.

Land of Hope and Dreams

"This train carries saints and sinners, this train carries loosers and winners,
this train carries whores and gamblers, this train carries lost souls..."

Bruce Springsteen - Land of Hope and Dreams (2001)

giovedì 25 ottobre 2012

Ai confini del plagio

Come abbiamo visto in passato, la storia della musica rock offre la possibilità di riflettere sul concetto di innovazione secondo prospettive originali. Una di queste riguarda le influenze che alcune canzoni hanno avuto su altre. Se nel caso del plagio musicale è ovvio che non si possa parlare di innovazione quanto piuttosto di mistificazione, ci sono altre situazioni in cui i riferimenti sono evidenti, ma consentono al nuovo prodotto si mantenere una sua autonomia e una sua dignità.
Prendiamo The Needdle and the Spoon dei Lynyrd Skynyrd (1974) e Submission dei Sex Pistols (1977): le linee melodiche sono sostenute da un riff di chitarre elettriche che rimanda senza il minimo dubbio a Hello, I Love You dei Doors (1968), il quale a sua volta è però ricalcato su All Day and All of the Night dei Kinks (1964). Perché la questione del plagio non è mai stata sollevata? Una questione di gentlemen’s agreement? No, più probabilmente perché si tratta del riutilizzo di cellule tematiche evidentemente vincenti in quattro sottogeneri differenti – punk rock, southern rock, rock psichedelico, british rock – a cui si sovrappongono melodie differenti rivolte a audience differenti in contesti anche geografici differenti.

The Kinks


Un altro caso prende le mosse da Helpless, scritta da Neil Young e pubblicata da Crosby, Stills, Nash & Young in Déjà Vu (1970). Masticata, rimasticata, digerita e metabolizzata da Bob Dylan, diventa Knockin’ on Heaven’s Door (1973). Qui siamo di fronte a melodie veramente simili edificate su progressioni armoniche simili. Più che plagi però finiscono col diventare citazioni, tributi, gesti di stima. E ciò è dovuto alla qualità degli artisti e alla sincerità degli stessi nell’attingere a canoni musicali universalizzanti. Non è un caso se, molti anni dopo, la canzone di Dylan sarà riproposta in una famosa cover dai Guns N’Roses e quella di Neil Young da Patti Smith.
A metà tra i due modelli presentati sta un terzo caso. Anche qui si parte da una composizione di Neil Young: Mr. Soul, un folk rock venato di rhythm & blues, scritto all’epoca della sua militanza nei Buffalo Springfield (1967). La canzone, pur avendo un canto completamente originale, è sostenuta da un riff che rimanda chiaramente a (I Can’t Get No) Satisfaction dei Rolling Stones (1965). Della melodia invece si approprierà il nostro Lucio Battisti, che la riprenderà nota per nota rallentandone il ritmo nell’incipit de I giardini di marzo (1972). Anche qui le accuse di plagio non scattano perché i target delle tre canzoni sono differenti e le stesse risultano evidentemente rimaneggiate a sufficienza.

Lucio Battisti

Quale contributo al concetto di innovazione può dare questa esibizione di dati? Che non è l’innovazione pura e semplice (cioè in questi casi lo spunto musicale) a fare la differenza, ma la capacità dell’artigiano di trasformare l’idea di base in prodotto con uno specifico appeal di vendita. È infatti questo aspetto che fa breccia nel cliente e che lui stesso tende a identificare con qualcosa di nuovo e anche emotivamente convincente. Ed è questa considerazione che deve animare le riflessioni dei dipartimenti di ricerca & sviluppo delle grandi aziende. In ciò è stato maestro Steve Jobs, non a caso grande appassionato di musica rock, che per il suo business ha saputo mutuare dai musicisti l’approccio alla composizione e all’arrangiamento, con un occhio sempre più che attento alle esigenze di mercato. Riscoprire e rileggere il patrimonio rock anche alla luce di questo illustre esempio può aiutare a percorrere nuove strade in cui agire con profitto.