Quando ha scritto Jack of All Trades, Bruce Springsteen aveva in testa la voce e la musica di Elvis Presley e di Johnny Cash, quanto al testo però non ha avuto bisogno di riferimenti storici. Siamo infatti di fronte a una canzone d’amore che racconta del presente. Un uomo parla alla sua donna in modo franco e diretto: non ha orizzonti di gloria da illustrarle né terre promesse in cui condurla. Può darsi che il futuro sarà migliore, ma a guardarsi intorno non sembra sia il caso di fare grandi progetti:
Il banchiere diventa sempre più grasso, il lavoratore diventa sempre più magro
È tutto già accaduto in passato e accadrà di nuovo
Accadrà di nuovo, ci scommetteranno la tua vita.
Il protagonista non è un seduttore né quello che si direbbe un “buon partito”: è solo un uomo comune che non si vergogna di essere tale e pensa che dare amore significhi offrire se stessi con tutta la semplicità di cui si è capaci:
Taglierò il tuo prato, pulirò la tua grondaia dalle foglie
Riparerò il tuo tetto per tenere fuori la pioggia
Prenderò il lavoro che Dio mi dà
Sono un tuttofare, tesoro, staremo bene.
Ecco il punto: è un uomo per tutti i mestieri, un tuttofare, un factotum. Secondo i canoni dell’iperspecialismo contemporaneo è una figura ingenua e tapina, che non ha saputo prendere una decisione definitiva sul suo percorso professionale.
Proviamo però a modificare il punto di vista: che fine stanno facendo oggi tutti quelli che si sono fatti dire dal sistema in cosa era più prestigioso laurearsi, in quale settore era più opportuno impiegarsi? A qualcuno (e quasi mai per merito) è andata bene, ma tanti si sentono ingannati. Giovani avvocati, architetti, psicologi: quanti di loro hanno realizzato le aspettative di reddito per le quali si sono impegnati nel regolare corso scolastico? Quelli che hanno fatto i master in Risorse Umane poi, come la mettono con l’ordine perentorio di tagliare il personale che sta rimbalzando da un’azienda all’altra più rapido e leggero di una pallina da ping pong?
E per favore lasciamo stare la deontologia professionale: viviamo nell’era dell’autoinganno, dove per avere soldi e potere si deve partecipare attivamente al grande gioco della menzogna e del cinismo (pubblico o privato, non fa differenza). Ma se a 30 anni hai la scusa che ti devi fare le ossa e un paio di cazzate te le perdonano tutti, a 40 sei una merda bella e buona.
E allora il tuttofare di Springsteen ci svela il suo significato: è un uomo libero, che è cresciuto libero e resterà libero, perché evidenzia che la sua scelta di vivere in seconda fila non corrisponde a una rinuncia alle responsabilità. Anzi, nella sua schiettezza risulta essere incredibilmente pratico e sicuro dei suoi valori:
Usi ciò che hai e impari ad arrangiarti
Prendi ciò che è vecchio e lo rendi nuovo
Se avessi con me una pistola, troverei i bastardi e gli sparerei a vista
Sono un tuttofare, staremo bene.
E il messaggio arriva in tutta la sua luce:
Soffia un uragano, porta con sé una pioggia battente.
Quando il cielo blu si fa largo nel temporale
E sembra che il mondo debba cambiare,
Inizieremo a prenderci cura l’uno dell’altro, come Gesù ci ha detto di fare
Sono un tuttofare, staremo bene.
Tra il cortigiano e il tuttofare, io scelgo il secondo.
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