Il blog di
Piero Chiappano


Ispirato a una canzone di Bruce Springsteen, Land of Hope and Dreams, questo spazio sostiene che sono la speranza e i sogni a guidare le azioni degli uomini. Chi dice che siano i soldi ha solamente vissuto male una sconfitta.
Questo spazio è dedicato al mondo del lavoro, di cui approfondisce limiti, potenzialità, contraddizioni e utilizza come chiave di lettura la musica, che diventa metafora di accesso all'autoformazione e alla consapevolezza di sé.

Land of Hope and Dreams

"This train carries saints and sinners, this train carries loosers and winners,
this train carries whores and gamblers, this train carries lost souls..."

Bruce Springsteen - Land of Hope and Dreams (2001)

martedì 9 dicembre 2014

Mario Venuti – I capolavori di Beethoven

Ho ascoltato una bella canzone. Si chiama I capolavori di Beethoven ed è tratta da Il tramonto dell’Occidente, l’album di Mario Venuti datato 2014 (stesso titolo del profetico e discusso libro del filosofo tedesco Oswald Spengler, 1918).
La canzone, un po’ come tutto l’album vuole significare, racconta di una civiltà che sta consumando le ultime briciole del suo valore. Giunto alla fine di un ciclo, questo Occidente carico di egotica arroganza si trova a fare i conti con una condizione inattesa e mai valutata: quella di aver perso la propria centralità nel determinare gli equilibri mondiali e di essere diventato appendice di un nuovo asse non ancora ben identificabile.

Mario Venuti
Colpi di coda, rantoli, sfruttamenti dell’ultimo minuto si susseguono a ritmo sempre più vorticoso, con gli abitanti costretti a viaggiare su una trottola che sembra accelerare i rivolgimenti terrestri. Il centro si fa periferia, il Sud diventa Nord e l’Est dilaga nell’Ovest. L’economia mondiale segue regole autoreferenziali, logiche iperboliche e traiettorie  oblique, indifferente ai bisogni della terra e alla sostenibilità etica. Le guerre preventive ammantano di falsità il senso morale e la consolazione di poter “consumare” prodotti superflui diventa la massima aspirazione di chi ancora può definirsi benestante. La scusa della globalizzazione offre il destro all’imbarbarimento culturale nel nome della vittoria del più furbo o del più appariscente. Si vive per il presente, eredi di una storia che nessuno conosce più, di testimonianze artistiche che annoiano e non si capiscono, di un futuro che non si vuole immaginare.
Beh, in tutto questo po’ po’ di disgrazie e di babeliche confusioni ecco una considerazione che sa di speranza:  

…I capolavori di Beethoven
non erano l'ardore dei vent'anni
non erano il segnale del divino
ma il primo dono della sordità.

Proprio così, se la sordità di Beethoven, sventurata malattia preludio alla sua maturità anagrafica, non gli ha impedito di scrivere capolavori quali la Sinfonia n. 9, la sonata in Do minore Op. 111 e le Variazioni Diabelli, ecco che la stessa sordità può essere impiegata per metaforizzare la nostra condizione attuale. Ci sentiamo tutti, a vario titolo, impediti nell’espressione e nell’espansione delle nostre possibilità. Ma proprio questa privazione di libertà o negazione di senso, spiega Venuti, può stimolare la creatività e quindi la ricerca di una redenzione che ci elevi dalla miseria (non solo culturale) in cui ci siamo cacciati:

il ritorno inatteso della povertà
ci insegni
finalmente
l'idea dell' abbastanza

E che questo “abbastanza” si lasci sondare, approfondire, penetrare fino a mostrarsi denso di sfumature che ci arricchiscono a dismisura.

La canzone si giova del prezioso contributo vocale di Franco Battiato, persona avvezza alla gestione di tematiche sottili, e qua e là si diverte a seminare note della Patetica del maestro di Bonn, che molti riconosceranno all’istante.

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