Il blog di
Piero Chiappano


Ispirato a una canzone di Bruce Springsteen, Land of Hope and Dreams, questo spazio sostiene che sono la speranza e i sogni a guidare le azioni degli uomini. Chi dice che siano i soldi ha solamente vissuto male una sconfitta.
Questo spazio è dedicato al mondo del lavoro, di cui approfondisce limiti, potenzialità, contraddizioni e utilizza come chiave di lettura la musica, che diventa metafora di accesso all'autoformazione e alla consapevolezza di sé.

Land of Hope and Dreams

"This train carries saints and sinners, this train carries loosers and winners,
this train carries whores and gamblers, this train carries lost souls..."

Bruce Springsteen - Land of Hope and Dreams (2001)

lunedì 20 giugno 2011

Clarence "Big Man" Clemons

Il sassofono del rock, Clarence “Big Man” Clemons, non suona più. Se ne è andato, portandosi via quel soffio caldo e profondo, così personale e unico.
Con le note sapeva accarezzare e colpire duro, gigante buono e protagonista di un fatto eccezionale: aver portato nel rock il valore dell’amicizia.
La vicenda è nota. Chi nel 1975 acquistava una copia di Born to Run si trovava tra le mani una foto di  Bruce Springsteen sorridente, appoggiato a una spalla alta come una montagna. Per vederci più chiaro bisognava aprire la copertina, ed ecco che sul dorso appariva lui, Big Man, sassofono in bocca, occhi verso la camera.
Un disco sull’amicizia, dichiarerà Springsteen, rivelato fin dalla copertina. Un disco sulla gioventù, sul sogno, sulla fratellanza, sul potere della condivisione, in magico equilibrio tra l’anima nera del rhythm & blues e quella bianca del rock & roll.
A tanti quel disco ha cambiato la vita perché nel suo messaggio e nella sua storia c’è ancora oggi il mondo a cui tutti gli amanti del rock vorrebbero appartenere, ma è anche un esempio di come l’amicizia sul lavoro abbia pieno diritto di cittadinanza, di come l’amicizia coltivi gli entusiasmi, ripari le delusioni, accompagni i ripensamenti, sostenga gli sforzi.
Bruce e Clarence si conobbero nel 1971, quaranta anni dopo si sono lasciati. Il destino, niente altro, tutto ha una fine. Ma se c’è qualcosa che forse la musica può fare è quello di dare un calcio in culo alla morte. Perché i suoni rimangono e, se è facile copiare le note, è impossibile rifarle a quel modo. Così il ricordo rimane vivo e splende alto.
Arrivederci paradiso sconfinato di Jungleland
Arrivederci carambola epica di Thunder Road
Arrivederci autostrada libera di The Promised Land
Arrivederci voglia di vita di Out in the Street
Arrivederci dolcezza di luna di Drive all Night
Arrivederci energica malinconia di Bobby Jean
Già, Bobby Jean, un'altra canzone sull’amicizia, lì a ricordarci che diventare uomini vuol dire anche accettare il rimpianto di ciò che non tornerà più. In quel pezzo il sax arriva alla fine, non come un assolo, ma come un fatto necessario e quella nota lunga che si sente mentre il volume sfuma è oggi il suono della nostra tristezza, che è il grido di dolore e di rispetto di chi nella musica rock ci trova un senso e, grazie a musicisti come Clarence “Big Man” Clemons, ce lo troverà sempre.

La copertina di Born to Run

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