Nel 1966 i Beatles pubblicano Revolver, un album importante per la storia del gruppo e più in generale del rock: si tratta infatti del primo album sperimentale del quartetto e marca un volontario distacco dal cliché che vuole i Beatles fabbricatori a cottimo di successi pop d’alta classifica. Per aprire l’album viene scelta una canzone di George Harrison dal titolo molto attuale: Taxman. Il testo spiega che abbiamo tutti un datore di lavoro, infinitamente più esoso di un socio in affari, che si chiama Esattore (oggi diremmo Agenzia delle Entrate):
Se guidi una macchina, tasserò la strada,
Se provi a sederti, tasserò il tuo posto,
Se hai troppo freddo, tasserò il caldo,
Se passeggi, tasserò il tuo piede.
Esattore.
Perché sono l’Esattore,
Sì, sono l’Esattore.
Se provi a sederti, tasserò il tuo posto,
Se hai troppo freddo, tasserò il caldo,
Se passeggi, tasserò il tuo piede.
Esattore.
Perché sono l’Esattore,
Sì, sono l’Esattore.
Ben aldilà delle tentazioni populiste fornite dall’argomento, è più che evidente che un testo del genere meriti di essere riconsiderato nel 2012, e soprattutto in Italia. Il governo Monti ha ratificato l’aumento dell’IVA, abbassato le pensioni, aumentato l’IRPEF (non si raccontino balle, la mia busta paga parla chiaro: nonostante gli scatti contrattuali mi ritrovo un netto inferiore al 2011), applicato quell’abominio di nome IMU (in pratica una rata in più per chi paga un mutuo su un bene che, come è noto, appartiene a qualche banca), cioè ha chiesto sacrifici senza dare garanzie né palesare evidenze di ripresa per il futuro. Anzi, ha messo in difficoltà le amministrazioni locali, costrette ad alzare aliquote varie e a prendersi superficialmente colpe da attribuire ad altri.
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l'attualissimo George Harrison |
E come se non bastasse è in arrivo il redditest, uno strumento che da un lato terrorizzerà le persone oneste, dall’altro aiuterà gli evasori a evadere in modo più intelligente. Sì, perché alla fine il governo non ha progettato nulla, si è solo attivato d’imperio per riscuotere denaro in modo forzoso sotto la pressione compiacente della UE, affamata di denaro per sostenere debiti pubblici finanziati, tanto per cambiare, da qualche istituto di credito internazionale. E ci si guardi bene dal commettere ritardo rispetto alle caselle esattoriali: sono infatti in agguato interessi da far invidia a benemerite e radicate istituzioni come la mafia (questo discorso vale anche per quelle aziende che si ritrovano senza soldi per aver fatto credito alle pubbliche amministrazioni e agli enti parastatali). E in più il governo non ha dato ai contribuenti istruiti, per parlare il linguaggio del management, alcun motivo per giustificare uno sforzo e creare engagement (coinvolgimento).
Per farla breve: la politica in Italia non esiste più, esiste solo l’economia. Tutti i giornalisti che non lo dicono chiaro sono dei farabutti e tutte i cittadini che pensano di andare a votare nel 2013 in base a convinzioni culturali o a tradizioni famigliari sono dei fessi. Imparate a difendervi perché siamo in guerra.
Buon Natale.