Il blog di
Piero Chiappano


Ispirato a una canzone di Bruce Springsteen, Land of Hope and Dreams, questo spazio sostiene che sono la speranza e i sogni a guidare le azioni degli uomini. Chi dice che siano i soldi ha solamente vissuto male una sconfitta.
Questo spazio è dedicato al mondo del lavoro, di cui approfondisce limiti, potenzialità, contraddizioni e utilizza come chiave di lettura la musica, che diventa metafora di accesso all'autoformazione e alla consapevolezza di sé.

Land of Hope and Dreams

"This train carries saints and sinners, this train carries loosers and winners,
this train carries whores and gamblers, this train carries lost souls..."

Bruce Springsteen - Land of Hope and Dreams (2001)

venerdì 24 settembre 2010

Workingman’s Blues #2 – Bob Dylan

Nel 2006 Bob Dylan pubblica Modern Times, album denso di rimandi alla tradizione musicale americana, forse ingiustamente criticato per l’eccesso di citazioni se si considera la cultura oltre la norma del suo autore, abituato a trattare il testo come letteratura pura (sarebbe come accusare Dante di aver copiato dalla Bibbia!). Tra le canzoni colpisce il moto perpetuo di Workingman’s Blues #2, un andamento cantilenante che fa venire in mente un vecchio contadino che cammina sui campi appena arati, il cappello di paglia, un sacco di iuta sulla schiena, l’incedere ritmico dei passi caracollanti sulle zolle, la mano che sparge sementi con gli occhi fissi al tramonto. Probabilmente suggestionato da Workin’ Man Blues di Merle Haggard, un successo country venato di blues del 1969, il testo di Dylan denuncia una di quelle situazioni che di solito non trovano posto nei telegiornali:

Il potere d'acquisto del proletariato è andato giù
il denaro sta diventando più superficiale e debole
/…/
dicono che i salari bassi sono una realtà
se vogliamo competere con l'estero.

La crisi agita i pensieri e avviluppa la mente nella depressione, ai problemi si aggiungono problemi, l’uomo perde l’autostima, i giorni si fanno grevi, le notti tutte uguali, la mancanza di giustizia sociale mette in crisi gli apparati valoriali, ancora un passo e si scivola nel nichilismo:

Mi hanno bruciato il granaio, hanno rubato il cavallo
non posso risparmiare un centesimo,
devo stare attento, non voglio esser costretto
a una vita di crimine perpetuo.

L’uomo si aggrappa alla sua storia, cerca conferme in quello che è stato, ma è difficile quando devi tener duro senza che nessuno si accorga di te o quando sei circondato dalla superficialità di chi è partito più in alto e i tuoi problemi non solo non se li pone, nemmeno li vuole vedere. Così alla fine non resta che riconoscersi nella solidarietà di un progetto e dare corpo a un impegno che è militanza e passione:

Incontriamoci lì in fondo, non restare indietro
portami i miei stivali e le mie scarpe
puoi esitare o combattere nel miglior modo
possibile sulla linea del fronte
cantando un po’ di questo blues del lavoratore.

Mentre la canzone sfuma, un violino si insinua tra gli strumenti e suona come l’effetto di una carezza calda o come la mano protesa verso di noi dal vecchio Bob, nostro fratello sul sentiero dell’esistenza.

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